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Il Santuario e il cancello dell’educazione

La strada del Santuario della Madonna del Castello riapre dopo 6 anni bui in cui molti, forse davvero troppi, si erano dimenticati anche solo di protestare per la situazione. Tra i molti, però, non c’è mai stato LUI, uomo di Chiesa non convenzionale, capace di “martellare” le istituzione che tardavano ad avviare i lavori; LUI che veniva lodato da tantissimi castrovillaresi, anche da quelli che oggi lo criticano aspramente. Da quando la strada è stata riaperta, infatti, LUI è passato dall’essere considerato vessillo di tutela della comunità, nonché paladino delle ragioni dei fedeli, a dittatore irragionevole, ma perché?  Perché, senza perdersi in giri di parole auliche, la strada di accesso al Santuario la notte è chiusa.

Ora, chi scrive non è un adolescente, né tantomeno ha la testa canuta, ma di certo ricorda com’era, il più delle volte, la situazione notturna pre-frana. Ogni persona, quasi fosse un rituale, prima di tornare a casa passava a “salutare la Madonna” anche solo con l’auto; l’enorme piazzale antistante la chiesa era vivo di giovani che giocavano e parlavano; ed era anche apprezzabile che un luogo sacro venisse frequentato da tanti giovani che, magari, non eccedevano nei loro comportamenti proprio per la riverenza indotta dal luogo. Inevitabilmente, però, ci sono sempre stati i pochi che, pre e post frana, hanno deturpato la zona: bombolette e pennarelli selvaggi hanno imbrattato ogni dove, altra gente scambiava la piazza per il peggior baretto mai conosciuto, mozziconi e spazzatura varia era abbandonata ad ogni angolo della zona; tanto, alla fine, c’era sempre LUI che con pazienza cercava di ripristinare il decoro del luogo, “perché che viene pagato a fare?” (l’ho sentita davvero).

Per colpa di pochi, allora, ne fanno le spese tutti, ma i colpevoli non sono poi così esigui. I deliranti sui social, con qualche capello bianco più di chi scrive, hanno mai educato i propri figli o rimproverato i propri amici sul decoro da tenersi, non solo davanti un luogo sacro, ma nella comunità pubblica? Sfido chiunque che se LORO trovassero una bomboletta nello zainetto della propria prole, qualificherebbero l’evento come “ragazzata” che tanto con un po’ d’acqua viene via. Quante multe in questi anni, pur in presenza di telecamere, sono state elevate nei confronti dei colpevoli? Nessuna e se magari venissero comminate ora, può immaginarsi già la protesta anarchica sui social.

Vorremmo tutti il libero accesso al piazzale del Santuario e credo che se venisse visitato da persone civili e responsabili anche LUI sarebbe felice di cotanta frequentazione; purtroppo, però, non abbiamo né l’una né l’altra caratteristica e, lo dico a gran voce e senza ironia, il cancello è messo lì per ricordarci che siamo maleducati. Ed ancora, l’educazione non viene meno solo di notte, infatti, banalmente, sono solo pochi giorni che l’accesso al Santuario è libero e già possiamo iniziare a contare le centinaia di mozziconi gettati brutalmente a terra, in pieno giorno!

Questo blog è contro il cancello, ma a favore dell’educazione. Ai ribelli, digitali e meno, vuole dire di scrivere di meno e fare di più, proponendo magari soluzioni. Agli amministratori agitati e agitanti le folle chiede come mai, semplicemente, non si è pensato a potenziare (se non ripristinare) il sistema di video sorveglianza delle zona e a proporre dei turni di vigilanza della polizia cittadina dalle 21 alle 9, o magari, ma la butto lì perché la procedura è più elaborata, poiché il Santuario può essere considerato obiettivo sensibile, posizionare una camionetta militare h24. Dovremmo pagare una sacco di spese in più diranno LORO, non rendendosi conto che, semplicemente, questo è il costo che siamo obbligati a pagare per la nostra mancanza di civiltà.

Allora via il cancello, ma più tutela per il posto più bello della città, in bocca al lupo Castrovillari!